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𝑨 𝒕𝒖 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒖 𝒄𝒐𝒏 𝑨𝒅𝒓𝒊𝒂𝒏𝒐 𝑬𝒔𝒑𝒐𝒔𝒊𝒕𝒐

Il difensore del Ravenna a Romagnasport

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27/02/2024

𝑨 𝒕𝒖 𝒑𝒆𝒓 𝒕𝒖 𝒄𝒐𝒏 𝑨𝒅𝒓𝒊𝒂𝒏𝒐 𝑬𝒔𝒑𝒐𝒔𝒊𝒕𝒐

Intervista a cura di 𝐅𝐚𝐛𝐢𝐨 𝐏𝐚𝐠𝐚𝐧𝐢

Classe 1999, Adriano Esposito dalla scorsa estate dirige con personalità e carisma la difesa giallorossa, la meno perforata del proprio girone (e, nell’intera serie D, seconda solo a quella del Trapani).
Abbiamo il piacere di intervistarlo per Romagna Sport, ringraziando il responsabile della comunicazione del Ravenna FC, Luca Zignani e, naturalmente, il numero 21 bizantino per la gentilezza e disponibilità.

Adriano, raccontaci le tappe più importanti del tuo percorso calcistico, prima dell’arrivo a Ravenna.
"Ho iniziato a giocare nell’Aquila, dove ho fatto un anno di settore giovanile, passando subito in prima squadra ed esordendo, pur da sotto quota, grazie a Mister Massimo Morgia. Dopo il biennio in rossoblu, ho avuto una parentesi alla Pro Piacenza, poi ho disputato un anno e mezzo alla Recanatese, giocando, anche dal punto di vista personale, ottime partite. Il salto in serie C l’ho compiuto nelle fila della Fermana, rimanendovi per metà stagione prima di firmare per la Pro Vercelli; nelle ultime tre annate, di nuovo in D, ho vestito le maglie di Folgore Caratese, Desenzano e Ravenna, dove, insieme a tutta la squadra, sto vivendo una buonissima stagione".

Dall’esterno, si nota un grande affiatamento nel vostro gruppo. Avete un segreto in particolare?
"Non ce n’è uno vero e proprio. Probabilmente il fatto di essere un gruppo molto giovane, con qualche elemento di maggior esperienza, ci rende uniti; stiamo molto bene insieme e, la cosa bella, è che ognuno di noi mostra grande voglia di migliorarsi sia individualmente che nel contributo da fornire all’intero collettivo. Siamo riusciti a trovare un’alchimia che fatico a spiegare a parole: i risultati positivi hanno inciso senza dubbio in questo, ma tra di noi si è creato un legame che va oltre il campo, tant’è che ci troviamo anche al di fuori degli allenamenti e condividiamo le nostre esperienze".

Siamo entrati nel periodo caldo della stagione e la tensione aumenta. Sta diventando più difficile gestirla rispetto a qualche settimana fa, anche alla luce delle distanze così ristrette fra voi e le avversarie?
"Penso sia normale che adesso, a dieci partite dalla fine del campionato, la tensione possa salire un po’ di più; è dalla prima giornata che siamo in testa alla classifica e quel desiderio di tagliare il traguardo davanti a tutti, all’inizio più sfumato, ora sta diventando sempre più concreto. Dobbiamo essere bravi a gestire i momenti e le situazioni, cercando di non eccedere nelle reazioni, come accaduto nelle ultime due partite in casa, segnate da qualche espulsione di troppo. Ci sono ancora tanti punti in palio, bisogna rimanere lucidi e non dimenticare quanto abbiamo fatto fino ad oggi, guardando avanti e restando uniti".

Parliamo un po’ di te. Tecnicamente sei un calciatore elegante: testa alta, visione di gioco e grande senso della posizione. Hai un modello, un riferimento, al quale ti sei ispirato o a cui guardi? La tua miglior partita, quest’anno?
"Per le caratteristiche che ho, mi rispecchio un po’ in Bonucci, giocatore che mi è sempre piaciuto e dotato di grandissima tecnica, sempre orientato alla ricerca del passaggio in avanti per bucare la linea dei centrocampisti o degli attaccanti e, spesso, di lanci calibrati direttamente sull’attaccante. In fase di possesso palla, cerco di prendere spunto da uno come lui. Altro grande difensore che ti posso menzionare e che mi ha sempre affascinato è Fabio Cannavaro, più marcatore di Bonucci, ma senz’altro un altrettanto valido esempio a cui guardare con ammirazione. Riguardo alla seconda domanda, per fortuna di partite belle quest’anno ne ho fatte diverse ma, se proprio te ne devo dire una, ricordo con soddisfazione la sfida di ritorno contro il Prato, soprattutto il primo tempo, in cui credo di aver giocato veramente bene".

Il rapporto con i tifosi: la squadra è riuscita a risvegliare quel senso di appartenenza che, da anni, non si percepiva più. Cosa senti di promettere al popolo giallorosso per questo rush finale?
"All’inizio non è stato facile legare con il pubblico perché si sentiva un certo distacco fra la tifoseria e la squadra; già dalla prima giornata di campionato, però, si è creato qualcosa di bello fra di noi, forse perché i tifosi ci hanno visto sin da subito correre, lottare, sudare per la maglia. Questo ci ha aiutato ad avvicinarci ai nostri sostenitori e ne siamo contentissimi: vederli incitarci, seguirci in 700 a Forlì e sostenerci sempre con calore è bellissimo. Vogliamo portare sempre più gente allo stadio e, proprio ora che entriamo nella fase decisiva della stagione, ci piacerebbe vedere un “Benelli” pieno e pronto a spingerci per realizzare il nostro sogno e di tutta quanta la città di Ravenna. Quello che sento di promettere ai tifosi è che non molleremo e daremo tutto in ogni partita, affrontandola come se fosse l’ultima. Non so come andrà a finire la stagione, ma sicuramente posso garantire che impegno e determinazione non mancheranno mai in nessuno di noi".

Un’ultima domanda la rivolgo all’Adriano al di fuori del rettangolo di gioco: come vivi la città e come trascorri il tempo libero?
"Con Ravenna ho un rapporto bellissimo: c’è il mare, che amo particolarmente e che mi piace vivere facendo lunghe passeggiate. E poi il centro, altrettanto bello. In generale mi trovo molto bene in città e con i ravennati e posso affermare con soddisfazione di sentirmi a mio agio a Ravenna".

Ringraziamo vivamente Adriano Esposito, augurando a lui e a tutto il Ravenna le migliori soddisfazioni.



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