Si chiude con una sconfitta nel derby emiliano romagnolo col Castello la stagione del Faventia, i Manfredi chiudono a quota 22 punti il campionato nazionale di serie B al loro esordio in questa categoria e si possono ritenere comunque soddisfatti per aver conquistato una meritata e anticipata salvezza. La squadra ospite parte forte e passa in vantaggio dopo 2 minuti con un destro dalla distanza di Lesce, al dodicesimo raddoppio bianco-azzurro,Leoni appoggia facilmente a rete da pochi passi. La partita è estremamente combattuta, nessun giocatore sembra volersi risparmiare, al 20' prima distrazione difensiva faentina e il Castello ne approfitta accorciando le distanze con Perrotta quando mancano pochi secondi all'intervallo, 2-1. Il secondo tempo è un susseguirsi di emozioni, Bezzi segna subito la rete del 3-1 dopo un'azione personale di Canuti, ma la squadra emiliana spinta dal numeroso pubblico pareggia i conti rapidamente ancora con uno straripante Perrotta che firma la tripletta personale, 3-3 match riaperto e ora inerzia totalmente dalla parte dei padroni di casa. Il Faventia sparisce dal campo e subisce gli assalti giallorossi, il 4-3 è firmato Palombi su calcio di punizione; gli ospiti tentano la carta "portiere di movimento"con Barbieri ma nulla possono quando l'estremo difensore castellano Cassano buca la porta avversaria direttamente dalla sua area dopo una bella parata su Menghetti, è il gol del definitivo 5-3 che gela gli ospiti e chiude l'incontro. Gli emiliani raggiungono la salvezza grazie alla meritata vittoria odierna e condannano alla retrocessione il Bologna futsal uscito sconfitto per 3-2 in quel di Merano.        

Castello: Tabellini, Perrotta, El manaoui, Scozzati, Roubi, Grosso, Cavina, Palombi, Milia, Ragazzi, Nobili, Cassano.                      

Faventia: Rensi, Canuti, Bezzi, Ghirotti, Leoni, Barbieri, Frau, Menghetti, Sula, Lesce, Tampieri, Conti.                                               

Ammoniti: Lesce
Reti: Lesce, Leoni, Bezzi, Perrotta,Perrotta,Perrotta, Palombi, Cassano.                       

         Filippo Grapopardo