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Volley | Prov.li Maschile

Due chiacchere con Michele Canella, allenatore/Capitano della Putinati Volley

14/03/2024


Due chiacchere con Michele Canella, allenatore/Capitano della Putinati Volley

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Digitando il suo nome per una ricerca veloce su internet, compare un prete, un edicolante ed un pianista. A chi corrisponde, Lei?
 
"Al momento, a nessuno dei sopracitati. Ho imparato a non identificarmi con il mestiere che svolgo per guadagnarmi da vivere. Sono certo però, che non vi figuri alcun giocatore o allenatore di pallavolo!"
 
 No, in effetti non vi figura.
 
"E ci sarà un motivo.."
 
"Già, però lei ha una storia da raccontare che probabilmente potrà essere d’ispirazione anche per altri. In pochi mesi ha fondato una squadra per partecipare al Campionato Misto Amatoriale UISP di Ferrara e Bologna che al primo colpo ha conquistato la qualificazione alla fase del torneo “Top”, riservata alle squadre più forti, cosa tutt’altro che scontata e che compagini ben più attrezzate e da molto tempo presenti nella stessa competizione non sono riuscite ad agguantare".
 
 Come si giustifica?
 
"Già, dovrei sentirmi un po’ in colpa per questo.. ad ogni modo, la scorsa estate assieme al Presidente della Polisportiva Putinati Andrea De Vivo, abbiamo pianificato il ritorno all’agonismo in una disciplina che aveva un grande storico per la società in questione. Mi ha dato carta bianca e sostenuto in ogni scelta, aiutandomi anche a reperire sponsorizzazioni. Ho attinto al bacino di ragazzi che dall’anno scorso si allena con la polisportiva, cui ho aggiunto qualche altro incosciente che mi ha fin qui seguito. Sulle nostre maglie, assieme al simbolo della Putinati compaiono quelli dei nostri sponsor Filonificio e Tiffany. Alice e David, gli imprenditori che hanno sposato la nostra causa, hanno reso possibile il tutto e non posso che ringraziarli a nome dei miei giocatori". 
 
Avranno di che essere orgogliosi di voi..
 
"Sicuramente noi siamo orgogliosi di loro!"
 
Sappiamo che per cause di forza maggiore non sarà con la squadra per questa competizione “d’elite”, cosa si aspetta dai suoi ragazzi?
 
"Da fine Febbraio sono nelle mani di una giocatrice esperta (Cazzola Ilaria) e dal momento che abbiamo già battuto la maggior parte delle compagini che si ritroveranno come avversarie, spero riescano a confermare quanto fin qui dimostrato".
 
 Cosa l’ha spinta all’Odissea che comporta il fondare una nuova squadra, anziché magari affiliarsi ad una società già esistente in cui dover pensare esclusivamente a giocare?
 
"Vorrei che il gesto compiuto assieme al Presidentissimo spronasse altre realtà ferraresi a riaprire i battenti, così da tornare ad avere una città pallavolisticamente più vivida. In questo, auspicherei che l’amministrazione che governerà Ferrara nei prossimi anni dimostri maggiore equità di quella attuale nell’assegnazione delle strutture e nelle tariffe. Al momento infatti i criteri sono piuttosto penalizzanti e discriminanti per le realtà UISP, al punto che noi abbiamo deciso di rivolgerci ad una struttura privata".
 
 Probabilmente il fatto di essere un campionato Amatoriale vi sminuisce agli occhi di chi gestisce lo sport in città.
 
"Ci sarebbe da chiarire cosa si intenda per “Amatoriale”. Il fatto di essere dilettanti e non percepire denaro? Ciò allora vale anche per chi milita in FIPAV fino almeno alla serie D, per non dire serie C. Non andiamo in palestra a fare il giro dell’oca, quindi non trovo giustificato garantire il monopolio degli impianti migliori ad alcune società a scapito di realtà che come la nostra offrono l’opportunità di praticare il medesimo sport a ferraresi e a studenti fuorisede".
 
Una domanda scomoda: il lato oscuro della medaglia?
 
" L’allenatore è il parafulmine sia nelle giornate a ciel sereno che durante le tempeste. Dovendo decidere chi giochi e chi rimanga seduto a guardare, non sempre le scelte che ritengo necessarie risultano essere popolari. In ogni caso, condivido alcune responsabilità come ad esempio il ruolo di capitano, con alcune delle giocatrici più esperte il cui contributo è indispensabile durante partite ed allenamenti".
 
Motivi per i quali ne è valsa la pena?
 
"Una squadra è costituita da individualità, ognuna delle quali deve essere consapevole di poter essere determinante per il risultato sia nel bene che nel male, ma il tutto è più della somma delle parti. Condividere queste dinamiche in primis con il personale della Putinati Andrea e Cristina, David del Tiffany e Alice del Filonificio che hanno fatto tutto il possibile per farci avere il necessario, e ovviamente i compagni di squadra con cui praticare questo sport meraviglioso vale la pena eccome". 
 
Enrico Ferranti