"Al Tuscolano l'ambiente ideale per la mia voglia di giocare"
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24/11/2023
Continua immacolata la striscia di risultati utili consecutivi del Volley Tuscolano nel girone C del campionato regionale laziale di Serie D. Tra le assolute protagoniste dell'avvincente cavalcata della formazione capitolina c'è la ravennate Giorgia Candolfini, sbarcata nella Capitale per motivi universitari. "L'anno scorso sono entrata a medicina, dopo aver giocato 6 anni nella squadra della mia città, Ravenna. - racconta ai nostri microfoni l'ex Olimpia Teodora - Dopo aver fatto tutti i campionati possibili, 1 Divisione, D, C, B2 e anche qualche presenza in A2. Purtroppo l'esito del test è arrivato a ottobre e prima non avevo la minima idea di in quale parte dell'Italia mi avrebbero spedito, quindi ho deciso di mettere in pausa la Pallavolo per un anno. Neanche a dirlo che è stato un anno difficile, avevo tantissima voglia di giocare, mi mancava la squadra, non riuscivo a dormire perchè avevo ancora troppa energia fisica dopo aver studiato tutto il giorno. Cosi ho deciso di entrare nella squadra dell'Università e li ho incontrato una ragazza che giocava già nel Volley Tuscolano. Mi ha detto che la sua squadra cercava una palleggiatrice e io sono andata subito a fare un allenamento con loro. Ho trovato una squadra giovane, entusiasta e con tanto margine di miglioramento. Siamo tante ragazze nuove e ovviamente bisogna costruire un'intesa, soprattutto con i centrali. Ma stiamo formando un bel gruppo, unito e con la voglia di capirci l'un l'altra".
Lo sport come volano per il successo accademico e viceversa: "Studiando medicina ho un carico di studio importante, cerco di stare concentrata al massimo in modo da usare meno tempo possibile ma lo stesso 7/8 ore al giorno devo studiare. A volte si pensa che lo sport tolga energie, a me personalmente mi ha sempre fatto sentire meglio. Esco dalla palestra che sono più carica e contenta di quando ci sono entrata. La Pallavolo mi aiuta a scaricare le energie fisiche che stando seduta tanto non ho modo di usare".
Una passione ereditata in casa: "La mia passione nasce dalla mia famiglia, mia mamma giocava da quando era bambina ed è arrivata fino alla Serie B2 mentre mio babbo (il tecnico Enzo) ha allenato la Nazionale e per diversi anni il messaggero come secondo. Dopo tanti anni durante il quale ho provato mille sport diversi a 13 anni, sotto spinta dei miei genitori ho fatto il mio primo allenamento di Pallavolo e me ne sono innamorata subito. Mi ricordo che prima di iniziare a giocare stavamo guardando una partita in Tv con la famiglia e mio babbo mi disse che il ruolo giusto per me era il palleggiatore. Io ci rimasi malissimo perchè quando me lo ha indicato nella tv era l'unico che non aveva fatto neanche un punto. Ma presto scoprii che il palleggiatore è tanto altro oltre a quello. È un ruolo di sacrificio, intelligenza, responsabilità e precisione. E ripensandoci sono onorata che avesse per me questa visione. Credo che la Pallavolo non sia solo uno sport, per me è una casa. Quando tutto va male ed entri in palestra è come se entrassi all'interno di una bolla, all'interno del quale niente ti può toccare. Entrare in quella palestra mi ha sempre permesso di essere me stessa quando tutto il mondo, o quasi mi diceva di non esserlo".
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