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Ciclismo

I ciclisti che hanno fatto la storia del Giro d'Italia

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02/08/2021

I ciclisti che hanno fatto la storia del Giro d'Italia

 

 

Il ciclismo su strada è uno dei primi sport ad essere protagonista ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e l'Italia ha fatto sempre incetta di medaglie nella prova in linea. Il Bel Paese ha una grande tradizione, che affonda le radici in tempi lontani.

 

Si può definire come la Storia del ciclismo italiano: Giro d’Italia è sinonimo di imprese epiche e dualismi che hanno segnato le epoche del Paese, attraverso rivalità che spesso hanno spaccato a metà lo Stivale contrapponendo le due fazioni.

 

Il Giro è uno dei tre GT più importanti al mondo, e per ogni ciclista vincere anche una sola tappa vuol dire scrivere una pagina indelebile della propria carriera. Basta questo per rendere l'idea di quanto possa essere storico il record di Mario Cipollini, vincitore di ben 42 tappe in carriera.

 

Primato sottratto ad Alfredo Binda, il quale nel periodo tra le due guerre aveva conquistato 41 frazioni. Binda però detiene tuttora, seppur in coabitazione con Fausto Coppi ed il belga Eddy Merckx, il primato riguardante il maggior numero di Giri vinti, cinque.

 

Se, da una parte, Coppi è tuttora il vincitore più giovane della storia, capace di vincere a poco più di 20 anni, Fiorenzo Magni è stato in grado di primeggiare a 34 anni suonati. Gino Bartali però è stato in grado di vincere il Giro a 9 anni di distanza, con la Seconda Guerra Mondiale di mezzo.

 

Cipollini a parte, stiamo parlando di un ciclismo d'altri tempi, che si può tranquillamente definire pionieristico: frazioni che potevano essere lunghe anche più di 400 km, distanze oggi impensabili, senza possibilità di assistenza tecnica da parte di terzi.

 

Basti pensare alla mitica Lucca – Roma del 1914, che contava ben 430 km, frazione che porta con sé anche un altro record, quello della fuga più lunga mai registrata, di Lauro Bordin, che per alcune fonti durò 350 km, per altre addirittura 360 km.

 

Di contro la storia del Giro conta anche record inversi, con frazioni dal chilometraggio molto ridotto, come ad esempio la tappa in linea tra Sanremo e Sanromolo del 1987, lunga appena 31 km, così come è storica anche la cronometro di 1 km a Palermo del 1986.

 

Ci stiamo così pian piano avvicinando ai giorni nostri: il ciclismo che si avvicina sempre più alla tecnologia lasciando sempre meno spazio alla fantasia. Le tappe si consumano in maniera sempre più frenetica, a velocità folli.

 

Sono dell'edizione 2020 i record della frazione in linea più veloce di sempre, con i 51.234 km/h della settima tappa, e della frazione a cronometro (ad esclusione dei prologhi) più rapida della storia con la prima tappa percorsa dal vincitore a 58.831 km/h di media.

 

Sarebbero tanti gli atleti da citare quando si parla della storia del Giro d'Italia, ma due in tempi recenti hanno fatto sognare folle di appassionati: il primo è certamente il compianto Marco Pantani, che vinse il Giro del 1998. Le gesta del Pirata sono scolpite nell'immaginario collettivo.

 

Il secondo, e così si chiude il cerchio con quanto detto all'inizio, è Vincenzo Nibali: lo Squalo dello Stretto, che cerca gloria alle Olimpiadi, per ben due volte, nel 2013 e nel 2016, ha fissato il proprio nome nell'albo d'oro della competizione.

 

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