• Romagna Sport
  • Marche Sport

Calcio | Giovanili

Focus settori giovanili

Lo status del calcio giovanile dall'occhio dell'osservatore.

Pagina 1 di 1

12/03/2025

 
Spal in A, Cavese, Turris, Rappresentative nazionali, Casertana, nominato miglior osservatore e match analyst al corso svolto a Reggio Emilia nel 2017: lui è Emilio Muccione, e questa è solo una piccola parte del suo eccellente curriculum. Oggi, noto osservatore calcistico, analizza lo stato di salute del calcio giovanile ed in particolare le tante problematiche che lo attanagliano. Ma prima racconta come la sua passione per il calcio sia nata sin dai primi anni di scuola: "In prima elementare, l’insegnante mi consigliava di studiare le tabelline, ma io studiavo i profili dei calciatori dell’album Panini". Per lui, il mestiere di osservatore non è solo un lavoro, ma una vera e propria vocazione. Tuttavia, il percorso per arrivare a questa professione è lungo e richiede molta dedizione. "In molti vogliono partire dal tetto, senza assicurarsi di avere un edificio che possa sostenerlo. Serve un terreno stabile. L'osservatore è alla base di tutto, è colui che porta gli ingredienti migliori per costruire il piatto, però poi il suo lavoro è terminato, sta allo "Chef Cannavacciuolo" costruire il piatto con gli ingredienti che gli ha portato l'osservatore, in molti casi bisogna fare attenzione a coloro a cui affidi gli ingredienti perchè 30 secondi prima la pasta è cruda mentre 30 secondi dopo la pasta è scotta quindi se lo "Chef" sbaglia i tempi di cottura si faranno dei grossi guai. Le società non amano costruire ma tendono a comprare già il prodotto finito spendendo 10 volte di più".
"L’esperienza più significativa è stata quella al calciomercato allo 'Sheraton' di Milano", ricorda con entusiasmo. “Condividevi le giornate e rubavi i segreti del mestiere da direttori e presidenti che il giorno prima avevi visto in TV". Tuttavia, è stato un altro incontro a segnare profondamente il suo percorso: l'incontro con Peppino Pavone. Sottolineando quanto questa esperienza lo abbia formato, parla di Pavone, storico volto nel calcio e scopritore di calciatori come Signori, Baiano, Rambaudi, Di Biagio, e tanti altri, inclusi i giovani fenomeni divenuti perni della Nazionale come Verratti, Insigne e Immobile ed anche quest'anno ha preso a Messina ed a gennaio a Trapani con lui Gennaro Anatriello, attaccante 2004 già in doppia cifra in termini di goal condito da qualche assist dalla Primavera del Bologna. "Proprio lui mi ha fatto capire la differenza tra guardare e osservare. Tutti guardano, ma pochissimi osservano" afferma, definendo così il suo proprio approccio al calcio: un'analisi profonda e attenta, che va ben oltre il semplice gesto tecnico. Ogni partita, ogni calciatore osservato è un'opportunità per affinare il proprio occhio e arricchire il bagaglio di conoscenze. Non ultimo per importanza, parla dell'ex presidente della Cavese, Massimiliano Santoriello, una figura che Muccione considera fondamentale per la sua crescita professionale. "Santoriello era una persona che si è fatta da sola, con una visione chiara e sostenibile per il calcio. Mi ha insegnato che il calcio è un progetto a lungo termine, non un business rapido", racconta con rispetto. Il presidente era noto per la sua umiltà: mangiava un panino sugli spalti, pur di essere vicino ai suoi giovani calciatori e seguire il loro percorso di crescita.
Da grande sostenitore dell'importanza di investire nel settore giovanile, parla del problema che inevitabilmente investe l'Italia o gran parte di essa, dove la carenza di strutture e di istruttori adeguati è un problema che rende difficile il lavoro delle società. "Il problema in Italia in generale è rappresentato dalla "mancanza di strutture e istruttori", queste sono le prime basi fondamentali per la riescita di un progetto reale, molte volte sulla stessa struttura si allenano più categorie e più società quindi rende molto più difficile il lavoro per una società che è costretta a fare di necessità virtù e di conseguenza sono costretti a prendere mister che fanno questo come dopolavoro nel tempo libero. Come ho detto prima pochissime società pensano a costruire con un progetto a medio/lungo termine quindi tendono a prendere ragazzi" pronti ora " ma che tra 2 anni devono andare a lavorare a discapito di qualcuno che tra 2 anni sarà sicuramente più forte". La chiave del successo risiederebbe nello scouting, nell'individuare giovani talenti non solo pronti per il presente, ma anche per il futuro. "Pochissime società pensano a un progetto a medio-lungo termine, e preferiscono investire in calciatori 'pronti' che, tra due anni, potrebbero non essere più competitivi", conclude in merito. Muccione è anche molto favorevole alla creazione delle squadre B, che considererebbe uno strumento fondamentale per colmare il divario tra la Primavera e la prima squadra. Divario di portata enorme, in quanto è proprio questo l'anello di congiunzione tra i giovani e i professionisti. L'esempio che ci porta è quello della Juventus, la quale elogia per aver capito prima degli altri l'importanza di sviluppare giocatori attraverso un percorso intermedio anche se è stata costretta ad intraprenderla dopo l'acquisto di Cristiano Ronaldo che si rivelò sanguinoso per le casse societarie. Un altro punto di riflessione interessante riguarda l'attuale regolamentazione degli under. Si dice contrario all'abolizione degli under e propone, anzi, che le squadre debbano avere l'obbligo di schierare almeno sei under in campo. "È inutile che si dica che il giovane forte gioca lo stesso perchè nessuno a parità di valore fa giocare un ragazzo di 18 anni rispetto a quello esperto di 35 anni. Quello giovane può solo migliorare mentre quello esperto può solo peggiorare quindi dato che i mister mettono gli under perchè sono costretti altrimenti non li metterebbero nemmeno in panchina a discapito di qualche profilo mediocre che ha alle spalle qualche esperienza altrettanto mediocre. Io ne metterei obbligatori 6 così anche per salvarsi le società sarebbero obbligate a prendere 6 giovani forti e sicuramente qualcuno esploderebbe".
Sulle realtà professionistiche della sua provincia, in particolare la Cavese di cui è stato nell'entourage selezionando atleti ora in prima squadra e lo scorso anno vice campioni d'Italia Juniores con 5 premiati agli Oscar del calcio giovanile territoriale o pescando profili come Katseris arrivato fino alla Ligue 1: "Salernitana e Cavese stanno avendo risultati alterni, bisognerebbe capire innanzitutto se l'obiettivo è quello di vincere oggi oppure di riuscire a portare ogni anno più calciatori possibili in prima squadra, sono due modi completamente diversi di fare calcio e fare scouting. Ci sono società che puntano al risultato di oggi pur sapendo che non hanno dei diamanti grezzi che luccicheranno tra qualche anno, poi ci sono società a cui non interessa il risultato ma ha come unico obiettivo riuscire a portare ogni anno almeno 3/4 profili dalla Primavera alla prima squadra. Io personalmente ho sempre preferito vincere a 19 anni e non a 14 ma rispetto pur non condividendo il pensiero di quelle società che pensano solo ed esclusivamente a vincere la domenica. Il risultato inizia ad essere importante dalla Primavera perchè ci sono promozioni e retrocessioni quindi si gioca per un minimo di risultato ma nelle altre categorie dove vincere o perdere non cambia assolutamente nulla secondo me è inutile puntare solo al risultato. Con il presidente Santoriello avevamo in programma di inserire ogni anno 3/4 profili provenienti dal settore giovanile in modo tale di avere in 5 anni una squadra totalmente prodotta dal vivaio inserendo pochissimi innesti nei punti nevralgici del campo e ci siamo riusciti lasciando in dono un grande patrimonio e secondo me è inutile prendere 10 calciatori che non giocheranno mai solo per completare la rosa spendendo cifre mentre sarebbe più opportuno integrare nella rosa dei 25 almeno 7/8 ragazzi della Primavera dove solo allenandosi e frequentando uno spogliatoio di uomini si avrebbero profili pronti tra qualche mese da poter schierare con continuità perché ti assicuro che ci sono diamanti grezzi e nascosti che aspettano solo di essere presi con la giusta considerazione per poter esplodere". 
La sua giornata tipo è un vero e proprio tour de force. "Ti fai un programma settimanale dove in base agli orari, le categorie e l'importanza cerchi di incastrare più partite possibili da poter osservare, a volte si riescono a vedere dal vivo 7/8 partite in un giorno che tradotto in numeri sono 16 squadre che con le sostituzioni impiegano 15 calciatori quindi circa 200/250 calciatori in un giorno. La prerogativa fondamentale è la cura dei dettagli, una persona che "guarda" riesce a vedere 3/4 cose mentre chi "osserva" ne deve vedere contemporaneamente 10 ed ognuna di queste ha dei sottogruppi di 5 quindi più o meno deve valutare 50 caratteristiche dettagliate di un calciatore. "Chi ha solo tecnica deve fare freestyle, chi ha solo il fisico deve fare il lancio del giavellotto e chi ha solo la testa deve fare il professore universitario" continua, affermando che ogni dettaglio è fondamentale. "Osservare vuol dire dover tener conto di tantissime cose, valutare circa 50 caratteristiche di ogni singolo calciatore". sottolinea, dimostrando così autentica meticolosità. Oltre agli aspetti tecnici e tattici, non dimentica l'importanza della visione strategica per il futuro. Guardando avanti: "I miei obiettivi personali sono sempre quelli della crescita a 360 gradi sotto tutti i punti di vista, 20 anni fa pensavo di avere una laurea nel calcio, dopo 20 anni ho la consapevolezza di avere raggiunto appena la terza media. Ci vogliono società che abbiano in testa un progetto ben delineato ma soprattutto che appoggi le mie idee sul modo di fare calcio, non ti nego che qualche società si è fatta avanti e questo mi lusinga molto perché significa che stai lavorando bene ma prima di accettare o rifiutare bisogna fare valutazioni a 360 gradi. Nel calcio consiglio di iniziare un progetto solo ed esclusivamente con persone che vadano nella tua stessa direzione, se tu consigli di girare a destra mentre la società vuole girare a sinistra è inutile nemmeno cominciare un percorso perchè si parlerebbe due lingue diverse". 

 

Tra passato, presente e futuro: "Per quanto riguarda l'Atletico San Gregorio, essendo la società del paese dove sono nato, ci tengo particolarmente. Per la prima volta a San Gregorio Magno c'è un progetto serio ed ambizioso dove mi lega un amicizia trentennale con i presidenti Vito e Franco Robertazzi, il vice presidente Tonino Robertazzi, il mister Gerardo Dente ed il dg Eugenio Dente. Quest'anno è stata fondata per la prima volta una vera scuola calcio gestita in maniera magistrale dal responsabile Daniel Marquardt dove il bambino è al centro del progetto. Sono sicuro che con l'intelligenza nel seguire il giusto percorso di crescita senza mai fare il passo più lungo della gamba in 5 anni sarà una grande realtà della provincia di Salerno e successivamente dell'intera Campania, ma voglio sottolineare che "Roma non è stata costruita in un giorno" quindi sarebbe deleterio se si sbagliassero modi e tempi nella costruzione. In Italia siamo portati a volere tutto è subito. Se vediamo un terreno edificabile stamattina l'italiano già pensa che la sera deve organizzare la festa quindi vorrebbe creare una villa in 12 ore senza capire che ci vogliono 12 anni ma conoscendo benissimo le persone che ho elencato credo che questo problema non sussista". L'osservazione e la crescita dei giovani talenti sono essenziali per un calcio che guardi al futuro, dove ogni passo deve essere ben calibrato, senza la fretta di ottenere risultati immediati.

Commenti

PUBBLICITA'

PUBBLICITA'