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Progetto Aurora sconfitto alle finali nazionali Csi coi 2008

Di Lorenzo Chierici - Ufficio stampa

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29/07/2024

Progetto Aurora sconfitto alle finali nazionali Csi coi 2008

I ragazzi di Max Tarabelloni (primo in basso da sinistra) ritratti assieme ai ragazzi del Caserta prima della finale nazionale di Gambettola

Aprire le porte a chiunque voglia giocare a calcio non significa necessariamente non raggiungere obiettivi prestigiosi e il Progetto Aurora incarna proprio questo esempio. Oltre a svolgere una funzione fondamentale a livello socio-educativa per i quartieri di Santa Croce e San Prospero Strinati, la società presieduta da Gianni Salsi, coadiuvato al timone da Ermanno Valenti e da Ezio Siligardi, anche quest'anno tantissimi ha raggiunto risultati importanti, vincendo svariati tornei a vari livelli del Csi, facendo anche molto bene nei campionati di Federazione, oltre ad essere addirittura arrivata alla finale nazionale coi 2008 sempre del Centro Sportivo.

 

Tante società di calcio del panorama locale, regionale e nazionale, per motivi di spazio, del numero dei volontari in costante diminuzione e soprattutto di costi sempre crescenti a causa della nuova riforma dello sport, che sta letteralmente mettendo in ginocchio tante realtà sportive, molte delle quali hanno già chiuso i battenti o stanno per farlo, si vedono costrette a fare “selezione” a livello di organici, una cosa particolarmente sgradita anche agli stessi dirigenti, che devono fare però i conti con strutture che hanno bisogno di interventi economici e di risorse che vengono sempre più a mancare da parte degli sponsor, oltre all'ausilio di volontari sempre meno disponibili a sacrificarsi per il bene della società, soprattutto tra le nuove generazioni. Ebbene, malgrado questo fenomeno stia creando problemi, a volte irrisolvibili, ad ogni livello, il Progetto Aurora sta andando controcorrente, avendo accolto tutti coloro che desiderassero giocare a calcio, tant'è che dopo aver ceduto le squadre dei grandi, due anni orsono, alla Daino Gavassa, rimanendo con 200 giocatori scarsi, nel giro di due sole stagioni la società di via Adua ha già riportato i numeri a oltre 300 iscritti, con prospettive di crescita in termini di numeri non indifferenti, regalando però ad ogni ragazzo appassionato di calcio la possibilità di giocare.

 

Ebbene, in questo contesto, in cui solidarietà, socialità e inclusione si fondono con l'impegno sul campo da parte di tutti, i ragazzi guidati da mister Max Trabelloni, classe 2008, hanno addirittura raggiunto la finalissima nazionale del Csi, perdendola per 2-0 contro il Caserta.

 

Dopo un lungo percorso, iniziato vincendo il campionato provinciale, poi quello regionale, i ragazzi del Progetto Aurora si sono ritrovati, non certamente a caso, ma per meriti acquisiti sul campo, a giocarsi la finale nazionale del Csi sul campo di Gambettola, in provincia di Cesena, dove hanno messo in campo ogni goccia di sudore per battere il Caserta, dopo una finale tiratissima. La partita, molto corretta, è stata decisa da due episodi scaturiti da altrettanti ingenuità difensive che non hanno comunque demoralizzato i ragazzi di mister Tarabelloni, che sono rimasti in gara fino all'ultimo istante, uscendo dal campo da vice campioni nazionali, ma a testa altissima.

 

“Noi allenatori e dirigenti dobbiamo essere i primi a dare il buon esempio – ha spiegato Max Tarabelloni – e per farlo dobbiamo approcciarci alle partite col sorriso, facendo le foto a noi stessi e agli avversari, rendendo poi la gara gradevole, indipendentemente dal risultato, anche se si tratta di una finale nazionale. Ognuno di noi vuole vincere – chiosa Tarabelloni - ma se si affrontano le gare nel modo giusto, anche i ragazzi in campo sono più rispettosi e i genitori/tifosi sugli spalti vivono il match con maggiore serenità. Questa è la nostra filosofia e così abbiamo vissuto tutto il nostro percorso, compresa la finale contro il Caserta, una finale nazionale che non ci saremmo mai aspettati di raggiungere; una gara che abbiamo perso, ma col sorriso, consapevoli di aver dato tutto, nel rispetto di noi stessi e degli altri”.

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